Se non abbiamo una persona fidata – come un amico o un vicino di casa dal pollice verde – che possa sostituirsi a noi mentre siamo via di casa, è necessario mettere a punto un sistema che garantisca alle piante il giusto apporto idrico quando siamo in vacanza. Che siano piante da interno o che si trovino in terrazzo o in giardino, è infatti indispensabile capire come innaffiarle durante la nostra assenza, per non ritrovarle, al ritorno, secche e morenti.
I metodi, in realtà, non mancano e vanno dai più casalinghi, realizzabili con tecniche “fai da te”, ai più professionali come i kit di irrigazione automatica. La scelta di una soluzione rispetto a un’altra dipende da vari fattori, come il numero di piante che abbiamo e il tempo che staremo in ferie (alcune opzioni, infatti, tendono a garantire un’autonomia maggiore rispetto ad altre). In questo articolo, quindi, vedremo le principali strategie per irrigare le piante quando siamo in vacanza, in modo da valutare quella che fa maggiormente al caso nostro.
Innaffiare le piante e mantenerle in buono stato quando si è in vacanza: alcuni consigli generali
Prima di passare ai suggerimenti pratici per innaffiare le piante quando siamo in vacanza, vediamo alcuni accorgimenti da adottare per mantenerle in buona salute durante questo periodo, che di solito coincide con l’estate e dunque con i mesi più caldi dell’anno.
Sicuramente, prima di partire è bene assicurarsi di:
- posizionare le piante in una zona ombreggiata del balcone o del giardino;
- cercare di metterle una vicino all’altra (la vicinanza favorisce la creazione di un ambiente umido), con le più alte davanti a quelle più basse per proteggerle dai raggi solari;
- se le piante si trovano all’interno, fare in modo che non siano costantemente al buio, ma assicurarsi che ricevano la stessa quantità di luce di quando siamo a casa;
- non spostarle in un ambiente poco adatto, ad esempio troppo caldo o troppo freddo per loro.
Quanta acqua serve per le piante durante l’estate?
Il quantitativo d’acqua necessario dipende principalmente da due fattori:
- il numero di giorni che staremo via;
- il tipo di pianta da trattare.
Ad esempio, se prevediamo di assentarci solo per un fine settimana o per qualche giorno, probabilmente basterà un’innaffiatura (più o meno abbondante a seconda delle esigenze della pianta) prima di partire. Chiaramente, invece, se staremo fuori casa più tempo e le nostre piante richiedono un frequente apporto idrico (ad esempio ogni 1 o 2 giorni), dovremo adottare un sistema che fornisca acqua automaticamente e con costanza.
Il quantitativo specifico, come detto, dipende dal singolo caso, ma vale la regola generale di non esagerare e nemmeno di lesinare troppo con il rischio, a causa del caldo, che le piante soffrano per la disidratazione. Meritano un discorso a parte quelle grasse che, per loro natura, richiedono pochi liquidi: se non staremo in vacanza a lungo, in genere è sufficiente bagnarle appena prima della partenza. Per qualsiasi dubbio o domanda in merito, comunque, l’ideale è chiedere consiglio a un esperto, che saprà senz’altro fornire indicazioni precise circa la quantità d’acqua da dare alla pianta.
Inoltre, una strategia utile per preservare l’idratazione e rallentare l’evaporazione dei liquidi è la pacciamatura: aggiungere sul terreno uno strato di paglia o di corteccia di conifera, ad esempio, aiuta a limitare la traspirazione, infatti. La pacciamatura, poi, è un ottimo metodo anche per evitare le erbacce, come abbiamo visto nell’articolo dedicato alla pulizia delle aiuole, e per riparare le piante dal freddo durante la manutenzione del giardino in inverno.
Come innaffiare le piante automaticamente quando si è in vacanza
Passiamo ora all’argomento centrale: le tecniche per innaffiare le piante mentre siamo in vacanza. Prima di descrivere i metodi principali, però, è bene fare una premessa: quando avrai scelto il sistema che ritieni più idoneo, ricorda sempre di testarlo prima di partire per un tempo pari o superiore a quello della tua vacanza. In questo modo, infatti, capirai se funziona nel modo giusto e se le piante vengono irrigate a dovere.
Il sifone comunicante
La prima tecnica che vogliamo proporti è un sistema casalingo che consiste nell’utilizzo di un secchio d’acqua da collocare vicino ai vasi, ma in una posizione più alta rispetto ad essi. Dopo aver riempito il contenitore d’acqua (le sue dimensioni dovranno essere proporzionali al numero di giorni di vacanza), è necessario:
- prendere dei fili di lana, intrecciarli tra loro a gruppi di tre e inumidirli;
- inserire un’estremità del cordoncino nel secchio e l’altra inserirla nel terriccio della pianta: in questo modo, il filo assorbirà lentamente l’acqua e la cederà al terreno;
- se il vaso è molto ampio è bene adoperare più cordoncini e collocarli in punti diversi.
Generalmente, comunque, si dimostra una strategia più adatta a vasi di piccole dimensioni e per periodi di vacanza non molto lunghi.
La stuoia filtrante
Un altro metodo molto economico consiste in una tecnica di irrigazione dal basso, e prevede di sistemare una stuoia filtrante sopra una superficie piatta resistente all’acqua. Dopo averla inumidita, bisogna mettere le piante sopra la stuoia e immergere un lembo del tessuto nell’acqua di una bacinella posta in un punto più basso rispetto ai vasi: in questo modo, la stuoia assorbirà l’acqua e la rilascerà alle piante. Un’idea, ad esempio, è mettere la stuoia e le piante sul piano del lavello in cucina, e la bacinella con l’acqua all’interno del lavello.
La bottiglia rovesciata
Un altro metodo conosciuto e di facile applicazione per innaffiare le piante quando siamo in vacanza è la bottiglia rovesciata. Consiste nel:
- riempire d’acqua una bottiglia di plastica;
- chiuderla e fare alcuni forellini sul tappo;
- mettere la bottiglia a testa ingiù e incastrarla nel terreno vicino al fusto della pianta;
- per evitare che all’interno possa crearsi pressione, e che quindi l’acqua non scenda più correttamente, fare un piccolo foro sul fondo della bottiglia (che, avendola rovesciata, si troverà in alto).
In genere, una bottiglia della capienza di 2 litri ha una durata di circa 2 o 3 settimane, a seconda dell’ampiezza del vaso. Tuttavia, non è facile regolare il flusso dell’acqua, che potrebbe fuoriuscire troppo velocemente o bloccarsi. Per evitare questi possibili problemi e garantire un rilascio più lento del liquido, possiamo applicare dei tappi a forma di cono, ad esempio di terracotta, realizzati appositamente per essere messi al posto del tappo della bottiglia.
I coni di terracotta
I coni di terracotta sono strumenti facilmente trovabili in commercio da inserire nel terriccio del vaso. Il cono è provvisto di un tubicino che va immerso nell’acqua contenuta in un recipiente vicino (ad esempio una bottiglia) e questo consente di fornire alla pianta continuamente piccole quantità di liquido. È un sistema particolarmente adatto alle piante che richiedono una costante umidità e, in base alle dimensioni del contenitore scelto, la riserva idrica può durare settimane.
L’acqua complessata
Un’altra soluzione disponibile sul mercato è l’acqua complessata. Si tratta di una particolare acqua in gel, formata da acqua e fibre di cellulosa, contenuta in appositi flaconi che vanno aperti e infilati nel terriccio rovesciati: i microrganismi presenti nel terreno scomporranno la cellulosa liberando l’acqua.
Kit di irrigazione automatica
In alternativa, se le piante di cui disponiamo sono tante e ci serve un sistema un po’ più strutturato, la soluzione è senz’altro affidarsi a un sistema di irrigazione automatica che permette di programmare in modo preciso il momento in cui dovrà avvenire l’innaffiatura. Grazie a un’apposita centralina, infatti, sarà possibile regolare le sessioni di irrigazione, che avverrà tramite tubi composti, ad esempio, da gocciolatoi.
Irrigare piante, prato e giardino grazie al recupero di acqua piovana
Disporre di un efficace sistema di irrigazione automatica è molto importante anche se si dispone di un prato, un orto o un giardino, per averli sempre in salute anche durante i periodi in cui andiamo in vacanza e non possiamo innaffiarli direttamente.
In estate, prima di partire, sarà quindi necessario programmare con attenzione la centralina dell’impianto d’irrigazione, tenendo presente che la cura del prato durante i mesi più caldi non prevede un’innaffiatura quotidiana, bensì intervalli di 3-5 giorni tra l’una e l’altra.
Inoltre, sapevi che prato, giardino, piante e aiuole possono essere innaffiati anche grazie al recupero di acqua piovana? Si tratta di una soluzione che permette di ottenere un risparmio idrico e che si dimostra particolarmente adatta a questo scopo, in quanto le acque meteoriche sono prive di calcare, dunque molto adatte all’irrigazione. Se vuoi saperne di più, puoi leggere il nostro articolo dedicato alla raccolta di acqua piovana per innaffiare, dove troverai tante informazioni utili in merito!
Sicuramente, uno strumento essenziale in un impianto di questo genere è la pompa autoadescante, che ha la funzione di recuperare l’acqua piovana convogliata all’interno di apposite cisterne, per poi inviarla verso il sistema stesso. Questo strumento è perfetto per tutti gli apparati di irrigazione, sia quelli interrati che fuori terra, ma non è indicato per gli impianti a goccia, in quanto questi ultimi hanno bisogno di un flusso d’acqua orario più basso rispetto a quello richiesto dalle pompe autoadescanti.
Ricordiamo, inoltre, che questi dispositivi possono essere utilizzati anche per altri scopi, come ad esempio alimentare la lavatrice oppure la cassetta del wc. Scopri tutte le pompe autoadescanti della linea AR Blue Clean e trova quella che fa al caso tuo!