Purtroppo può accadere che un mobile in legno, soprattutto se vecchio e antico, venga colpito dai tarli, insetti ghiotti di questo materiale, in grado di rovinare l’oggetto intaccato sia a livello estetico che strutturale. Capire come intervenire è importante non solo per salvare il legno dai danni, ma anche perché, in presenza di gravi infestazioni, i tarli possono essere accompagnati dai parassiti (gli acari del legno) in grado di attaccare l’uomo provocando fastidiose punture.
Quando ci si accorge che un manufatto di legno è stato preso d’assalto dai tarli, è quindi fondamentale agire tempestivamente: scopriamo insieme quali sono le tecniche più utilizzate per eliminare i tarli e prevenirne la comparsa in futuro.
Cosa sono i tarli e come ci si accorge della loro presenza?
Prima di scoprire come eliminare i tarli dal legno, capiamo qualcosa di più su questo insetto. I tarli sono dei coleotteri, che quando diventano adulti presentano un corpo rigido di colore scuro. In realtà, la parte più lunga della loro vita (e anche quella più dannosa per il legno) è rappresentata dalla fase larvale, ma ci arriveremo fra poco.
Esistono diverse tipologie di tarlo, con alcune differenze tra loro. In particolare si possono distinguere:
- gli anobidi, tarli di piccole dimensioni che tendono a causare, nel legno, fori di grandezza ridotta (non per questo, però, un danno di minore entità);
- i lictidi, anch’essi molti piccoli ma dalla forma più allungata;
- i cerambicidi, che possono misurare anche a 15-20 millimetri. Questa è la tipologia di tarlo che tende a produrre più rumore durante la sua attività nel legno, scava gallerie profonde e alcune specie possono vivere fino a 17 anni.
Merita inoltre una menzione lo Xestobium rufovillosum, il più grande tarlo anobide, detto anche “orologio della morte” per il tipico ticchettio che provoca, a intervalli regolari, battendo la testa nelle gallerie del legno come richiamo sessuale.
Qual è il ciclo di vita del tarlo e quando esce dal legno?
Conoscere il ciclo di vita del tarlo è importante per eliminare un’infestazione in modo efficace. Quando si avvista un tarlo adulto, spesso si fa lo sbaglio di credere che il problema sia rappresentato da quel singolo insetto; in realtà, in genere, questo è il sintomo di un pericolo ben più vasto. I tarli, infatti, hanno un ciclo di vita scandito in tre fasi e quello larvale, come anticipato, è il più duraturo e dannoso per il legno.
Ecco, esattamente, cosa accade. Il tarlo adulto, dopo essersi accoppiato, depone le uova all’interno del legno, dopodiché muore, perché la fase adulta ha una durata di poche settimane. Quando le uova si schiudono escono le larve. Queste ultime cominciano a mangiare il legno per nutrirsi, scavando profonde gallerie, processo che può durare persino anni, in certi casi. Tuttavia, è difficile accorgersene, a meno che non si tratti di tarli cerambicidi, per esempio, che tendono a fare rumore.
Trascorso questo periodo la larva diventa pupa, si sposta verso la superficie e, dopo alcune settimane, si trasforma in tarlo adulto; realizza quindi un buco che gli permette di uscire per cercare un esemplare del sesso opposto con cui accoppiarsi, dando vita a un nuovo ciclo vitale.
Come ci si accorge della presenza dei tarli del legno?
Come si può intuire da quanto raccontato, ci sono alcuni segnali che indicano la presenza di un’infestazione da parte dei tarli:
- I forellini nel legno: chiamati anche “fori di sfarfallamento”, sono i buchi dai quali esce il tarlo adulto.
- Il rosume: si tratta della tipica polverina, simile a segatura, che viene creata mano a mano che la larva procede nella sua opera di scavo. Questa può essere espulsa fuori dal manufatto e formare dei piccoli cumuli.
- Il rumore: come detto, durante la loro attività, alcune specie di tarlo producono un rumore simile a un ticchettio.
- La presenza di larve o tarli adulti.
Acari del legno: cosa sono e dove si annidano?
Oltre ai tarli, si sente spesso parlare di “acari del legno”, ma cosa sono esattamente? Questi ultimi sono dei piccoli parassiti dei tarli dei mobili, invisibili ad occhio nudo, che si nutrono delle larve dei tarli anobidi. Dunque, si trovano anch’essi nelle gallerie create dai tarli. In caso di grave infestazione da parte dei tarli anobidi, può accadere che si sviluppino anche questi acari che, purtroppo, possono pungere l’uomo causando pomfi molto pruriginosi, spesso scambiati per punture di zanzara. Un altro parassita del tarlo che può pungerci è lo Scleroderma, che invece è visibile a occhio nudo ed è simile a una piccola formica. Eliminare e prevenire la presenza dei tarli nel legno, dunque, permette automaticamente di evitare anche questi fastidiosi effetti collaterali.
Come eliminare i tarli del legno?
Passiamo ora al focus dell’articolo, ovvero come rimuovere i tarli del legno. Esistono diverse tipologie di trattamento. Per eliminare un’infestazione in maniera efficace, molti esperti consigliano tecniche che richiedono l’intervento di professionisti del settore, e che dunque non possono essere svolte con il “fai da te”. Vediamone alcune:
- Trattamento anossico: questa procedura prevede di impacchettare il mobile o il manufatto all’interno di un involucro ermetico, dal quale viene tolto l’ossigeno e viene immessa anidride carbonica. Il processo ha una durata di circa venti giorni.
- Trattamento a microonde: consiste nell’uso di una cabina che genera microonde, all’interno della quale vengono sistemati gli elementi da trattare. Le microonde hanno lo scopo di aumentare la temperatura dei tarli per debellarli.
- Trattamento con aria calda: questo sistema, di solito indicato per strutture non smontabili come tetti, travi e sottotetti, si basa sull’emissione di aria calda controllata per agire sugli insetti. La parte da trattare andrà preventivamente sigillata con coperte termiche.
Dopo aver eliminato i tarli, inoltre, di solito viene applicato un prodotto che ha la funzione di prevenire nuove infestazioni e quindi di proteggere il legno.
Trattamento antitarlo a base di permetrina
Un’ulteriore tecnica possibile, in aggiunta a quelle citate, è l’utilizzo di un prodotto antiparassitario specifico. Si tratta di un metodo che, se si hanno le competenze, si può mettere in pratica anche in autonomia. I prodotti di questo tipo in commercio di solito sono a base di permetrina e vanno adoperati seguendo scrupolosamente le istruzioni del produttore e le schede di sicurezza, senza dimenticare di usare i dispositivi di protezione personale necessari.
Per essere certi di raggiungere tutte le parti del mobile, in genere è bene smontarlo, per quanto possibile, per poi distribuire abbondantemente la soluzione antitarlo con un pennello su tutte le superfici non verniciate. Successivamente, il manufatto dovrà essere sigillato all’interno di un cellophane molto resistente, creando una sorta di “camera a gas”, in cui l’oggetto dovrà restare per almeno dieci giorni.
Come anticipato, questa tecnica può essere svolta in autonomia, ma è necessario sapere come eseguirla correttamente, avere a disposizione un ambiente adeguato e dispositivi di sicurezza idonei. Altrimenti, anche in questo caso, è bene rivolgersi a degli specialisti.
Eliminare i tarli con metodi naturali “fai da te”
Esistono diverse sostanze naturali promosse come possibili soluzioni antitarlo, ad esempio oli essenziali, aceto bianco, lavanda, cannella, ecc. Secondo gli esperti, però, sebbene siano sistemi che, in certi casi, possono aiutare a prevenire l’avvicinamento dei tarli che vogliono depositare le uova all’interno del legno, non sono in grado di sradicare un’infestazione in atto.
Come eliminare l’acaro del tarlo del legno?
La disinfestazione dai tarli, come anticipato, evita anche lo sviluppo degli acari del legno che possono generarsi quando è in atto un’infestazione incontrollata da parte di questi insetti. In presenza di acari del legno, oltre al trattamento dei mobili attaccati dai tarli svolto da un professionista, secondo gli esperti può essere necessaria anche una disinfestazione ambientale antiacaro per eliminare i possibili parassiti rimasti nell’ambiente.
Come chiudere i buchi dei tarli del legno?
La chiusura dei fori causati dai tarli è spesso un’operazione che fa parte del restauro di un mobile in legno, insieme alla riparazione di altri danni come graffi e crepe, ad esempio.
Per chiudere i buchi dei tarli puoi adoperare dello stucco di gesso, nel caso in cui il mobile sia stato sverniciato: lo stucco di gesso andrà colorato usando le terre per renderlo dello stesso colore del legno. Quando il mobile non è stato sverniciato, invece, si può adoperare dello stucco di cera.
Se ami svolgere lavori manuali come il restauro di mobili, la costruzione di pergole in legno, di casette in giardino o, perché no, di casette sull’albero, potrebbe interessarti avere sempre a disposizione uno strumento comodo e pratico come un bidone aspiratutto. Di cosa si tratta?
L’aspiratore multiuso si differenzia dall’aspirapolvere classico perché riesce a rimuovere senza difficoltà i residui di sporco più difficili e grossolani. Ecco perché è un alleato insostituibile di chi ama il “fai da te”: permette infatti di aspirare velocemente segatura, pezzetti di legno, calcinacci, ma anche pezzi di vetro e sassolini, ad esempio. Questo strumento, inoltre, può agire sullo sporco liquido: puoi quindi usarlo per asciugare il pavimento in caso di allagamenti di piccola entità.
Se sei alla ricerca di una soluzione pratica, completa ed efficace per pulire tutto con rapidità, non ti resta scoprire la gamma di aspiratori AR Blue Clean e trovare il modello più adatto alle tue necessità!